La bella estate

La bella estate

Ai soci di Carminella

 

E’ ormai iniziata l’estate, ma prima di lasciarsi languidamente andare del tutto alle sue promesse, tanto allettanti dopo un anno denso di avvenimenti, forse per fare una buona separazione potrebbe servire qualche appunto di riflessione.

La nostra è una piccola realtà associativa che si sta conquistando piano piano una sua visibilità molto dignitosa nell’ambito della promozione sociale. Se questo accade, è il caso di abbandonare le false modestie e riconoscere che l’impegno di tutti fa questo risultato grande e forse non abbastanza considerato. Come invece dovrebbe essere, sarebbe giusto che fosse. Così, per fare un esempio, capita spesso di leggere sulla stampa articoli che denunciano la carenza di punti di ascolto psicologico nelle scuole, con interviste ad insegnanti che si lamentano di essere chiamati a svolgere ruoli che non gli competono. Forse la verità sta nel mezzo. Se è vero infatti che un docente non è uno psicoterapeuta (e viceversa), forse però non può mancare nella sua formazione e nello svolgimento della sua professione, la capacità di cogliere un segnale, una nota stonata, un atteggiamento preoccupante di uno studente tra gli altri. E questo a tutela sia del singolo che della classe intera. A tale proposito, vale la pena di ricordare che il 6 maggio u.s. Clara Santini, docente della scuola di lingua italiana per donne straniere di Carminella, ha partecipato al convegno “Diversità nell’uguaglianza: una utopia possibile”, organizzato dall’Associazione culturale Amore e Psiche, presentando una bella relazione dal titolo : “Una convivenza di mondi possibile. L’esperienza della scuola di lingua italiana per donne straniere dell’Associazione di promozione sociale Carminella”, a cui ha fatto seguito l’intervento “ Raccontiamoci” di due studentesse della scuola, Tening Ndiaye, del Senegal; e Roxana Guzman Armani, del Venezuela. Il convegno è stato davvero bene accolto, suscitando interesse a vari livelli, tanto che a giugno, è arrivata a Clara la richiesta di invio del testo, con precisazioni ed aggiunte ritenute necessarie per puntualizzare o approfondire. Chiamata insieme a tutti gli altri ad una rilettura dell’intervento, ho ritenuto per parte mia di poter contribuire rendendo nota una iniziativa che, forse per un eccesso di riserbo dettata dalla delicatezza della situazione, vale invece la pena di far conoscere. Io per prima sono impegnata a fare dei conti di responsabilità con quanto è accaduto, succede e continuerà a proporre una realtà nuovissima come quella alla quale ci chiama e cimenta la vita di questa bambina di tre anni dal nome così intrigante, Carminella. E proprio perché ne vivo le difficoltà di comprensione, spero che anticipando quello che ci si augura di leggere negli Atti del convegno quando saranno pubblicati, si faccia tutti insieme un passo di condivisione per questa insolita collaborazione tra uno Studio di psichiatria come psicoterapia ed una Associazione di promozione sociale. Ancora una volta, l’importante è costruire.

A tutti voi, una bella e calda estate.

Maria Rosaria Bianchi

 

 

Estratto dall’intervento di Clara Santini, docente di lingua italiana per stranieri:

 

Abbiamo dunque … prima fatto e soltanto poi abbiamo realizzato quanto avevamo costruito.

Ma forse, per fare e fare bene in senso costruttivo, avevamo già da tempo attivato in noi e tra noi  una ricerca utopica e alternativa, erede di una storia tutt’ora presente e viva nelle sue continue metamorfosi, con gli amici dello studio di psichiatria e psicoterapia medica “Il più bello dei mari” a responsabilità della dottoressa Maria Rosaria Bianchi. Una ricerca che ha portato ad una comunicazione di senso, non violenta, delle culture, tra le persone, in un confronto di idee e proposte per fruttuose collaborazioni. E’ meglio qui specificare che usufruire della disponibilità di uno studio di psichiatria e psicoterapia medica, ha creato l’opportunità di potere affrontare in maniera congrua, situazioni cliniche che alcune donne presentavano. Questo può intendersi come un piccolo esempio di ciò che spesso si sente  avanzare come richiesta necessaria nelle scuole. Gli insegnanti come me, coltivano quella accortezza, quella sensibilità che permette loro di cogliere i segnali di qualcosa alla quale non sono loro che possono rispondere, ma non si trovano costretti a fare finta di niente, ignorare quanto accade. E così la problematica sanitaria  viene considerata. (…Continua…)